Capitolo 698 - Naruto e Sasuke parte 5 - Commento

Booooooom!! Sbaaaaam!! Beeeeeeem!!!! Fuochi d’artificio perquesto grandissimo capitolo, uno dei migliori capitoli di tutto Naruto! Mamma mia, ragazzi, è stato leggen-dario, feels over 9000 – premetto che il commento si baserà sulla versione inglese del capitolo.

Ricordate come finì il capitolo scorso? Con Naruto che stava per venir colpito dal Chidori di Sasuke. Sono fioccate ipotesi su ipotesi, ma alla fine, non era niente di tutto quello che avevamo pensato. Beh, sapete cosa ho visto io in questo capitolo? Orgoglio. Però quello inteso come testardaggine, come “ambizione”, come costanza, come fermezza. Quello che finora abbiamo conosciuto come “mai arrendersi”.

Naruto si ricorda del suo vecchio dialogo con Kurama, quando quest’ultima gli disse che era troppo ingenuo e che non sarebbe stato capace di sopportare l’odio di tutti, a maggior ragione quello di Sasuke. Beh, è proprio grazie a quelle parole che Naruto si è fatto forza, ha puntato sul suo orgoglio e sulla volontà di non fallire una seconda volta; si rialza e colpisce con le forze rimaste il suo avversario.

Da pagina 1

A questo punto Kurama, che sta assumendo sempre di più il ruolo di commentatore dello scontro, ci delucida un po’ di più: Naruto ha sfruttato il fatto che Sasuke si fosse indebolito e che il suo chakra, che ha assorbito attraverso di lui, fosse troppo limitato per farne utilizzo. Inoltre, ora Kurama non ha più chakra a disposizione, in quanto la piccola parte che era rimasta, l’ha ceduta tutta a Naruto.

Proprio in quel momento, Sasuke stava creando una nuova tecnica, utilizzando il Kagutsuchi e fondendolo col Chidori. Si lancia all’attacco e Naruto risponde con un Rasengan. A quella scena, io sapevo già come doveva finire e mi sono esaltato. A differenza del primo scontro quando i due erano rispettivamente a sinistra e a destra, stavolta sono l’uno in alto e l’altro in basso. E il tutto esplode, distruggendo definitivamente le statue presenti alle loro spalle.

Da pagina 5

Dal capitolo 232

Ritroviamo i due stesi a terra, quando è notte inoltrata. Inizia cosi un dialogo che aspettavamo da anni, che per Sasuke rappresenta più di una semplice CONVERS(AZ)IONE, rappresenta una CONVERSIONE. L’Uchiha si chiede perché Naruto ha continuato a seguirlo, a cercare di farlo ritornare sui suoi passi, nonostante abbia tagliato i rapporti con tutti per acquisire più potere, si chiede perché non abbia mai voluto tranciare i rapporti.

E una prima risposta, Sasuke se la da già da solo: perché Naruto è l’unico in grado di farsi carico del suo odio. E anche noi la risposta la conosciamo già, ce l’ha ripetuta Naruto fino allo stremo, ci è stata mostrata anche negli ultimi capitoli: perché sono amici. Forse non avete capito: l’AMICIZIA. Ricordate il detto “Chi trova un amico, trova un tesoro”? Sasuke è stato fortunatissimo: molti prendono a ridere questa cosa, come una love story tra i due protagonisti, lo yaoismo, senza pensare che il tutto dipende da una grandissima amicizia. 

E sapete qual è stata, per cosi dire, “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”? Il fatto che anche Sasuke aveva deciso di farsi carico diun grande odio, unicamente da solo. Naruto sa bene cosa significhi, e ha provato dolore per il suo amico. Non so se mi spiego, ma provare dolore per qualcun altro, è sinonimo di grande sintonia, di immedesimazione e di amicizia.

“Il più grande privilegio, sollievo e conforto dell'amicizia è quello di non dover mai spiegare nulla”: credo che questa frase, di Katherine Mansfield, riassuma tutta questa situazione.

Da pagina 9

Sasuke sogna, inizia una sua introspezione personale, un soliloquio molto emozionante. Naruto è sempre stato solo fin dall’infanzia, come Sasuke, l’ultimo degli Uchiha, e tutto ciò che faceva, lo faceva per farsi notare, per avere un po’ di attenzione ed essere considerato da qualcuno. E dopo averlo visto fare cose stupide ed essere sgridato, Sasuke ha iniziato a interessarsi a lui, e si accorse che la sua debolezza lo aveva colpito e gli era entrata dentro. Guardarlo agire in quel modo gli ricordava la sua famiglia e col tempo ha iniziato a provare il desiderio di affrontarlo, perché il Team 7 era diventato la sua nuova famiglia. Avrebbe voluto condividere il suo dolore, avrebbe voluto parlargli a quattr’occhi e dirgli la verità, ma non l’ha fatto perché invidioso. Era invidioso di Naruto. Una cosa che noi abbiamo creduto sempre al contrario: Naruto che era invidioso delle abilità elevate di Sasuke. La solitudine crea persone d'ingegno o idioti. Adesso sta a voi decidere chi è l’ingegnoso e chi l’idiota.

Da pagina 14


 

A questa immagine, ho seriamente pensato che fossero morti.  E mi è venuto il cosiddetto “groppo allo stomaco”. Ma andando avanti, ci siamo anche accorti che i due hanno dormito per tutta la notte e vengono svegliati dai raggi del sole all’alba. Un risveglio con un messaggio da parte di Sasuke: “Ho perso”.

Da pagina 16
 

Ora, a parte tutte le persone che stanno veramente a discutere su chi ha effetivamente vinto questo scontro (cosa che a me non può fregar de meno), questa affermazione, questo sorriso, questa alba, per me simboleggiano qualcosa di molto importante: un NUOVO INIZIO. Perché Sasuke con questa affermazione ha messo da parte tutto il suo rancore, e lo ha dimostrato con il suo sorriso, il primo sincero sorriso che vediamo in lui (a mio dire), perché ha capito, finalmente. Ha capito che non è più solo. E cosi come l’alba si porta via il freddo della notte, allo stesso modo, si porta via il freddo dell’anima.

Da pagina 18
 

Se lo porta via, quel freddo, anche con una lacrima, che viene miseramente nascosta. E con una stretta di mano si conclude questo capitolo. Una stretta di mano, ideale, dato che la mano, non ce l’hanno più. Una tensione narrativa, e una capacità emotiva che raramente ho raggiunto leggendo un capitolo, a qualsiasi manga esso appartenga. A questo punto, critico fortemente lo Studio Perriot, per averci spoilerato in bella mostra la mano fasciata di Naruto e Sasuke.

Pagina 19
 

Non avrei mai immaginato un finale del genere, mi ha lasciato totalmente estasiato.

"A l’alta fantasia qui mancò possa;
ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
si come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle"

Decido di concludere questo commento con la terzina conclusiva della Divina Commedia. “Alla mia facoltà immaginativa, che è arrivata fino a questo punto, mancò la forza; ma ormai l’amore divino che fa muovere il sole e le altre stelle, guidava il mio desiderio e la mia volontà, come una ruota che è mossa da un moto uniforme”. Spero riusciate a capirla.

- Madara