Con l'elmo e gli occhiali – Analisi di Kabuto Yakushi
L’approfondimento su Obito (https://www.narutogt.it/Lacrime_di_sangue_-_Analisi_su_Obito_Uchiha.htm) ha ricevuto un numero di apprezzamenti veramente importante, che non mi sarei mai aspettato. Il che mi da soddisfazione, la cartina tornasole che mi dice che ho svolto bene il mio compito, e che mi stimola di continuo. E quindi ho deciso di dare spazio anche a un personaggio secondario (che poi cosi tanto secondario non è), all’interno di questo genere di articoli. Parlo di Kabuto, da molti considerato alla stregua di un personaggio utile solo alla trama, che poco ha dato al lettore. Invece, “con la presente” cercherò di far cambiare idea a codesti tizi, che in genere si definiscono con una parola: sfogliatori (si, ce l’ho con voi).
INTRODUZIONE
La prima cosa che viene in mente quando si pensa a Kabuto è la spia (e come tale è un nukenin (ninja traditore) di Konoha), forse perché ci è sempre stato dipinto sotto questa veste. È stato presentatoci nel capitolo 39, dove partecipava all’esame di selezione dei Chuunin, insieme a Yoroi e Tsurugi. Il suo nome, come ci viene spiegato, deriva dall’elmetto, infatti Kabuto = Elmo. Questo nome, che non è affatto casuale, combacia perfettamente anche con i nomi dei suoi “compagni” di squadra, agli esami dei Chuunin. Infatti, Yoroi = Armatura e Tsurugi = Spada. Abbiamo cosi, il trio Armatura – Elmo –Spada. Il suo cognome, invece, parrebbe derivare dal “Buddha della medicina”, ovveroBhaisajyaguru. Anche qui, un richiamo alle abilità di Kabuto, che si occupa principalmente di chirurgia. All’inizio della serie ci viene presentato all’età di 20 anni, 23 dopo il timeskip (tenere a mente questa informazione).
VITA
Ancora una volta, possiamo ripercorrere la vita di Kabuto, partendo dal suo flashback, proprio come feci con Obito. Kabuto viene trovato da un “ninja medico” non più in attività,Nonou Yakushi, che in quel momento gestiva un orfanotrofio. In quel momento, quel ragazzino nons apeva più chi fosse, non conosceva né il suo nome, né la sua provenienza. Era l’unico sopravvissuto di un villaggio vicino, distrutto nel corso della Terza guerra ninja. Nonou decide quindi di scegliergli il nome e (avendo un elmetto davanti), decide di chiamarlo Kabuto.
Il ragazzo si dimostra intelligente fin da subito, riuscendo a leggere l’orario (alla sua tenera età), anche grazie all’aiuto degli occhiali della madre. Impara i ninjutsu medici e conosceOrochimaru, poi si unisce a Danzo a causa dei suoi “soliti” imbrogli. Dentro la radice, fa la spia praticamente in ogni villaggio, assumendo di volta in volta, identità diverse. Finché arrivò il giorno in cui venne attaccato dalla stessa donna che riteneva sua madre e la colpì mortalmente: quando tentò di curarla, lei affermò di non riconoscerlo e questo lo sconvolse. Quindi, in cerca della sua VERA identità, venne trovato da Orochimaru che gli spiegò come l'attentato di sua madre fosse opera di Danzo, che l'aveva ingannata, inviandole foto fasulle circa l’aspetto del figlioccio. Rimasto senza uno scopo, Kabuto si unì a Orochimaru, alla ricerca di quante più informazioni avrebbero potuto completare il suo io. Alcuni anni dopo s'infiltrò nell'Akatsuki e qui fu controllato da Sasori, mediante una tecnica illusoria, affinché potesse spiare Orochimaru. Orochimaru sciolse l'illusione alla quale era sottomesso e fece fare il doppio gioco a Kabuto per tenere sotto controllo i piani dell'Akatsuki, poiché ne era diventato traditore.
Nella prima parte del manga si occupa del rapimento di Sasuke (fallito miseramente) e aiuta il suo mentore a cercare Tsunade, in modo che costei potesse curare le braccia di Orochimaru, arrivando anche ad avere uno scontro con Naruto e Shizune. Dopo che Sasuke uccide il serpentone, Kabuto inizia ad iniettarsi le sue cellule arrivando a diventarne succube. Successivamente Tobi è costretto a unirsi a lui e partecipa così alla Quarta Guerra, manovrando in segreto le mosse dei resuscitati.
1) CARATTERIZZAZIONE - IL NOME
Volendo percorrere le vicende in modo temporale e non nell’ordine in cui sono apparse nel manga, possiamo ben partire dalla sua infanzia, quando Nonou gli da un nome e una nuova identità. Come possiamo vedere, Kabuto è felice di quel nome, del suo nome, ed era anche contento di avere una nuova famiglia. Una famiglia, che secondo me, gli era anche più cara di quella che aveva in precedenza (se l’aveva), perché era costituita da ragazzi come lui, orfani di entrambi i genitori. Il che è una cosa importante, perché aiuta a instaurare un legame profondo,permeato dall’accomunarsi delle situazioni “familiari”. Kabuto è felice, la vita con la madre procede bene, e impara anche i ninjutsu medici per aiutarla.
Facendo un paio di calcoli, tutto questo accade quando Kabuto ha circa 8/9 anni, in piena età dell’infanzia. Sappiamo infatti che ci viene presentato all’età di 20 anni, che già da quattro anni stava tentando di diventare Chuunin, e che si è unito a Orochimaru 8 anni dopo essere stato ritrovato. Ma si sa, ogni ragazzo è destinato a crescere, e l’adolescenza è l’età in cui accadono le cose (incotri,scontri, ferite, cure, è lavarsi col mare e asciugarsi con il vento…no, restiamo seri :D). Kabuto vive giorni felici, fino a quando Danzo non fa la sua comparsa. E il piccolo shinobi è “costretto” a entrare nella Radice per fare la spia in ogni dove. Per l’appunto, fare la spia. Uno sporco lavoro che obbliga a cambiare identità di continuo; e cambiare identità significa, prima di tutto, cambiare nome. Anche se può sembrare una cosa stupida e banale, cambiare nome, significa rinnegare una parte di se stessi, ma anche un parte di amore donato dal genitore, nel nostro caso Nonou.
Cambiare faccia di continuo, un discorso che si ricollega a quello fatto per Obito sulle maschere. Tralasciando tutti gli altri “oneri” di una spia, il solo continuo cambiare personalità e nome in modo costretto, specialmente in una età delicata come quella della pre-adolescenza, fa tanto. Kabuto ne è la prova. Il pensiero andava continuamente alla sua famiglia, all’orfanotrofio, ma il tarlo “dell’essere marionetta”, si era già insinuato profondamente in lui. Alla fine non riesce più a riconoscere se stesso, e diventa l’esatta personificazione della follia. Alla fine, non sa più chi è. E vediamo chiaramente che lui non voleva diventare cosi, era felice com’era. Ancora una volta, per il benessere e il benestare di qualcun altro, c’è qualcuno che deve patire. Mi viene allora automaticamente, in mente, la frase di Madara, saggio come non mai: “Qualsiasi cosa toccata dalla luce, produce ombra; finchè ci saranno dei vincitori ci saranno dei vinti; la volontà di mantenere la pace scatena le guerre e la volontà di proteggere i propri cari, genera l’odio”. Per certi versi è la stessa cosa che afferma Voltaire: “Le disgrazie individuali succedono per il bene pubblico, in modo che quante più disgrazie individuali esistano, tanto più tutto è bene”.
2) CARATTERIZZAZIONE - L’ANNULLAMENTO:
“Come l’acqua, nel suo movimento,scende dall’alto e si raccoglie in basso, cosi le truppe devono evitare i punti di forza e concentrarsi sui vuoti. Come l’acqua regola il suo scorrere in base al terreno, cosi l’esercito deve costruire la vittoria adattandosi al nemico. Gli eserciti non hanno equilibri di forze costanti, cosi come l’acqua non ha forma costante”.
Questa frase viene da un opera famosissima cinese, intitolata “L’Arte della Guerra”, di Sun Tzu, una lettura che vi consiglio, un’opera che, per la sua completezza e chiarezza, può essere contestualizzata in qualsiasi campo; ed io in questa frase, ho visto una somiglianza con Kabuto. Infatti, possiamo ben notare, come Kabuto debba annullare la sua presenza e somigliare proprio all’acqua, che non ha né odore né sapore e che si adatta a ogni terreno, per poter spiare in piena libertà. Inoltre così come l’acqua si concentra nei vuoti, anche Kabuto fa breccia nelle debolezze dell’avversario, nei suoi vuoti, e volge lo scontro a proprio favore. La frase che chiude il periodo soprastante è significativa: l’acqua non ha forma costante. Proprio come l’acqua, Kabuto non ha forma costante, non è sempre sè stesso, ma è stato più persone.
Kabuto ha dovuto annullare se stesso. Leggete qui (dasinistra verso destra).
In pratica, Kabuto agisce proprio come una marionetta. Non vidico altro, leggetevi la vignetta sotto.
3) CARATTERIZZAZIONE - L’IMITAZIONE
Con la personalità annullata, Kabuto tenta di assimilare più informazioni possibili per crearsene una nuova. Proprio per questo, decide di emulare tutti coloro che ha accanto, assimilare i loro poteri e le loro abilità, tentando di dipingere una nuova personalità. È come specchiarsi in un’altra persona, di cui si ottiene una distorta immagine.
In un certo senso è come se Kabuto non è mai cresciuto. Infatti, tutti noi, abbiamo imitato qualcuno, per assomigliarli, per percorrere le sue orme, per idolatrarlo, per tanti motivi. Questa, tuttavia, è una cosa che non continua per sempre, ma si ferma nel momento in cui, una volta trovata la giusta direzione, non abbiamo più bisogno delle rotelle dell’imitazione, ma possiamo andare tranquillamente su due ruote. Kabuto, invece, non è mai uscito da questa fase, perché ha sempre trovato informazioni di cui potersi riempire. Ma ogni volta che assimilava una informazione, una lacuna veniva fuori, trascinando la spia in un circolo vizioso. Come gli disse Orochimaru: “Se non sei felice di ciò che hai ora, ti basterà trovare nuove cose da aggiungere”.
Le parole di Itachi irrompono come un uragano dentro il cuore di Kabuto. Tuttavia, egli è cocciuto, e rimane imperterrito nei suoi obiettivi. Per citare lui stesso: “Io volevo solo che qualcuno mi notasse, che qualcuno riconoscesse il mio valore. Cosa c’è di sbagliato in questo?”. È bello notare, come, nel manga ci sono tante possibil versioni di Naruto. Cosi come Obito è il Naruto mancato (per i motivi che ho detto nella sua analisi), anche qui, Kabuto è un Naruto mancato. Perché, ricordiamo, che anche l’Uzumaki è orfano ed era solo, più solo di Kabuto, perché, almeno lui, aveva una madre e dei fratelli. Ma la differenza sta nei genitori e nel nome. Lascio a voi le conclusioni.
Volevo, inoltre, portare alla vostra attenzione queste due splendide vignette. Ci mostrano l’intera sofferenza si Kabuto. E lo sapete perché? Perché una persona che è continua a reprimersi, ad essere apatica, ad essere annichilita, che non ha mai mostrato un sorriso vero, si lascia andare a un pianto, non eccessivo, ma comunque significativo.Non potrei descrivere meglio questa sequenza.
CONCLUSIONI:
L’effetto predica di Itachi inizialmente non da i frutti sperati, ma per una persona testarda, basta ripetere la cosa finchè non gli entra in zucca! Ed è per questo che esiste Izanami. Kabuto finalmente capisce chi è, qual è il suo scopo e sa cosa fare. Devo dire che questa analisi su Kabuto mi ha fatto fare una faticaccia, perché ho incontrato molte più difficoltà rispetto a quella di Obito, anche dovute al fatto che Kabuto è apparso meno e che ha mantenuto praticamente lo stesso carattere (il che mi ha messo in crisi per poter trovare dei punti di caratterizzazione adeguati). Spero comunque che vi sia piaciuto questo articolo e che vi abbia aiutato a giudicareil personaggio con occhi diversi.
Vi ringrazio sempre per i like e i commenti, se avete un amico a cui piace Naruto fategli leggere questo articolo. Un saluto :D
- Madara
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