Naruto, vedendo una foto trovata tra le macerie di Konoha, ricorda un avvenimento accaduto anni prima. Mentre correva tra le montagne, cade in un burrone dove trova un sigillo e, sbadatamente, lo toglie; tale sigillo non si rivela essere altro che un'anima sigillata di un ANBU di Konoha, dal nome Kisuke. Naruto è l'unico che, dopo aver tolto il sigillo, può interagire con l'anima liberata sotto forma di fantasma. Il ragazzo, viste le amnesie dell'innoquo fantasma, decide di aiutare a liberare il suo spirito poiché una leggenda narra che un fantasma rimane intrappolato nella vita terrena in quanto è desideroso di sbrigare delle faccende che non ha mai potuto risolvere quando era in vita. Grazie all'aiuto di Sakura, scoprono che il corpo di Kisuke è ancora in vita; perciò, si recano alla casa del padrone grazie all'indirizzo ricevuto dall'ospedale ed è lì che il fantasma recupera la memoria: era un ANBU incaricato di sorvegliare le spie di Konoha; tra questi, c'era anche un famoso stratega, chiamato Sabiru, il quale aveva proposto, alla riunione dei maggiori esponenti del Villaggio della Foglia, un piano di sicurezza, di propria ideazione, in modo da avere, così, pieno controllo su Konoha. Ed è stato lo stesso Sabiru a sigillare l'anima di Kisuke ed ad uccidere il corpo dell'ANBU in ospedale per non avere nessun intoppo nel suo piano. Ma, è dopo aver discusso con Naruto, Kakashi ed anche con l'anima di Kisuke che Sabiru confessa di aver ucciso la famiglia dell'ormai ex-ANBU; Sabiru viene catturato mentre Konoha non è più in pericolo, ora, finalmente, l'anima di Kisuke può andare nell'aldilà dove ritroverà la moglie, amante dei tulipani. Si tratta proprio degli stessi fiori che Naruto, puntualmente, in ricordo della vicenda vissuta, porta, con grande emozione, sulla tomba dei due sposi.